Di Flavio Unia Il vento del Manierismo si alzò dopo che il Rinascimento ebbe preparato il cielo artistico per una nuova stagione unica ed irripetibile. La Maniera, intesa in certi momenti come una tendenza negativa a fare arte lontano dal modello della natura, dimostrò in verità da subito il valore profondamente culturale che serbava nel proprio intimo e la sua potenzialità espressiva formale che avrebbe cambiato il modo di intendere l’opera e l’artista che la esegue. Accanto ai miti di Raffaello, Leonardo, Michelangelo, trovarono posto le figure di ingegni meno appariscenti ma in un certo senso più misteriosi. L’artista diveniva, in forma pienamente assodata, quell’uomo schivo e ritirato che cesellava i suoi pensieri, la sua arte, nell’intimo della bottega inespugnabile per il resto del mondo. Un modello che si rivelerà talmente suggestivo da sposare la visione romantica ottocentesca la quale, a sua volta, porterà tali fascinazioni fino al Novecento ed influenzerà il sentire comune, tuttora contemporaneo, che vuole il genio come un uomo a sé, unico ed inarrivabile, arduo da comprendere. Rosso Fiorentino fa parte, assolutamente, di quel tipo di uomini, ed il nostro immaginario continua ad alimentare intorno a lui quella nuvola di mistero che la sua poca biografia…
Di Pierluigi Romeo di Colloredo Mels – Rodolfo di Colloredo (1585-1657). 1585, alli 2 novembre essendo l’imperador Rodolfo retirato in Brandais per sospetto di peste, lontan due leghe di Pragha con pochissima corte, et essendo con questi pochi il signor Lodouicho camerier di Sua Maestà Cesarea la signora Perla sua moglie fece un figliol Maschio qual fu tenuto a battesimo da sua Maestà et fu chiamato Ridolfo et Mario… Il futuro Feldmaresciallo, nato il 2 novembre dell’anno 1585 a Brandeis sull’Elba (odierna Brandys sul Labem) in Boemia, è uno dei nove figli maschi della contessa Paola di Polcenigo e di Ludovico, del ramo d’Asquino della nobile famiglia dei Colloredo. Fra i grandi capitani militari italiani al servizio dell’imperatore (nella grande tradizione che vide i Montecuccoli, i Caraffa, i Piccolomini e sopratutto Eugenio di Savoia). Rodolfo Colloredo fu Membro del Consiglio Privato dell’imperatore, Feldmaresciallo nonché governatore di Praga, comandante generale della Boemia e Gran Priore in loco dell’Ordine di Malta. Presente su tutti i fronti della Guerra dei Trent’anni, dalla Boemia a Mantova, da Lützen all’assedio di Praga, Colloredo è uno dei grandi protagonisti dimenticati del conflitto… .
Di Riccardo Affinati – Don Matteo è una serie televisiva1 italiana trasmessa da Rai 1 a partire dal 7 gennaio 2000. È prodotta dalla Lux Vide di Matilde e Luca Bernabei in collaborazione con Rai Fiction. La serie nasce sul finire degli anni novanta da un’idea del regista cinematografico Enrico Oldoini, ed è prodotta dalla Lux Vide S.p.A. di Matilde e Luca Bernabei in collaborazione con Rai Fiction. Il protagonista Don Matteo Minelli-Bondini, sacerdote-detective che si ispira a Padre Brown di Gilbert Keith Chesterton, è interpretato da Terence Hill. Don Matteo è parroco della chiesa di San Giovanni in Gubbio, trasferito a Spoleto dalla nona stagione, e aiuta abitualmente i Carabinieri nelle indagini. Oltre a Hill, gli attori principali sono Nino Frassica nel ruolo del maresciallo Nino Cecchini, Flavio Insinna nel ruolo del capitano Anceschi, e Simone Montedoro nel ruolo del capitano Giulio Tommasi.
Di Flavio Unia Fatta eccezione per il viaggio giovanile a Roma, che lo portò a lavorare nientemeno che nella Cappella Sistina, non ci furono spostamenti nella vita di Piero di Cosimo; almeno così pare. Un pittore stretto alla sua bottega, nella quale però passò una buona parte della cultura fiorentina del suo tempo e che lì trovò degno ritratto in dipinti spesso enigmatici, pieni di simboli e figure allegoriche. Il sapere classico, che in quel tempo trovava nuova vita grazie agli intensi studi umanistici che erano alla base del Rinascimento, veniva espresso nel vocabolo della figura, anch’esso lanciato verso altezze inimmaginate fino ad allora, con una personale interpretazione destinata ad un pubblico colto, forse non numeroso. Piero aveva uno stile capiente, in grado di contenere il bello e il brutto delle creature, capace di ritrarle senza la tara inutile e parziale del giudizio, con occhio libero e pennello disincantato. Si commuoveva davanti all’importanza del minuscolo, sorrideva alla delicatezza di una smorfia; si innamorava di ogni cosa. Ebbe uno stile a volte aggraziato ed altre volte popolare, gentile e burbero; insomma dipinse come voleva, in tutti i modi. L’autore Flavio Unia è nato a Roma nel 1974 dove ha frequentato gli…
di Maurizio Bonazzi – Riacquisire la libertà dopo anni può comportare difficoltà e imprevisti collegati al passato. Affacciandosi alla quotidianità del nuovo universo, in un’altalenanza di avventure brillanti e difficoltà socio-relazionali, riemergono gli spettri del passato, nei confronti dei quali il protagonista è ancora legato da un persistente cordone ombelicale. L’ottavo segno è un racconto dalle tinte forti a volte anche scabrosi, ma mai volgari, da leggere con la consapevolezza che vi è narrata la vita, quella vera, quella che a volte può anche essere scorretta. L’autore Maurizio Bonazzi, nato a Bergamo nel 1948, coniugato con due figli, dopo aver trascorso una vita professionale nel settore del credito, con questo libro è riuscito ora a realizzare il classico sogno che da parecchi anni giaceva nel cassetto. Pensionato attivo e dinamico, animato da hobbies e interessi, non esclude per il futuro un secondo “parto”.
Di Flavio Unia – L’arte di Paolo Uccello ha una profondità prospettica. Si può affermare ciò pensando non solo alla sua passione per quella tecnica rappresentativa che negli anni fiorentini in cui visse conobbe una rinascita esemplare grazie al contributo di Brunelleschi e dell’Alberti, ma anche considerando la densità del suo stile e la cultura pittorica di cui era impregnato. Nel primo caso avviene che, osservando un suo quadro, si rimanga colpiti dall’eleganza fantasiosa della scena, e che poi, da quella sintesi in perfetto equilibrio, emergano un numero inaspettato di particolari che la rendono così compatta. Mazzocchi e calici, zoccoli e sfere puntute, lance spezzate, elmi, brandelli di armature: il ripostiglio di uno scienziato alchemico che ha il suo ordine mentale non subito comprensibile, tutti particolari accurati e perfettamente finiti che il maestro ha pensato come tessere di un unico mosaico. L’autore Flavio Unia è nato a Roma nel 1974 dove ha frequentato gli studi di grafica pubblicitaria. Successivamente si è iscritto alla scuola di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara terminando il ciclo di studi all’Accademia di Belle Arti di Brera con il massimo dei voti. Vive e lavora a Bergamo come arredatore di case private, uffici…
Di Flavio Unia Probabilmente l’influsso del Vasari è stato l’elemento decisivo per creare l’immagine tradizionale del Pontormo sfinito dalla sua arte e giunto alla fine, come leggiamo dalle sue pagine, “ morto dal dolore, restando in ultimo malissimo soddisfatto di se stesso”. In realtà Vasari non lo pensava così e disse che quelle erano le parole di altri. Personalmente lo considerava un valentissimo pittore che morì “ vecchio e molto affaticato dal far ritratti, modelli di terra e lavorare tanto di fresco…” vinto all’età di sessantacinque anni dall’“idropisia”. Ma il suo parere è rimasto in secondo piano ed ha ceduto il passo ad una voga che volle l’artista fiorentino tormentato dai pensieri e dalla solitudine, mai soddisfatto delle sue opere e del vivere, condannato ad essere un genio scontento. Disponibile sia in formato digitale che cartaceo !! Flavio Unia è nato a Roma nel 1974 dove ha frequentato gli studi di grafica pubblicitaria. Successivamente si è iscritto alla scuola di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara terminando il ciclo di studi all’Accademia di Belle Arti di Brera con il massimo dei voti. Vive e lavora a Bergamo come arredatore di case private, uffici ed enti pubblici. E’ attivo…
Di Franco Irranca – I giochi dei ragazzi restano sempre gli stessi c’è quello degli sbirri, del fuoco e del fuochino e quello che è chiamato ghiringhì che è il più antico e dei più belli, quello delle domande e dei fiammiferi, quello del galletto, del mondo e della trottola, quell’altro degli scarafaggi e dei grilli/e quello dei pollastrini coi campanelli. Questi e molti altri sono i giochi antichi praticati nelle valli bergamasche (ma non solo) analizzati in questo bel libro.
Di Luca Stefano Cristini – Questo è un libro sui Tasso, la nobile famiglia bergamasca. La precisazione non è un semplice esercizio dialettico. Infatti si potrebbe obiettare che essendo originari della località Cornello in Val Brembana, tutti i Tasso sono in qualche modo bergamaschi. Tuttavia il complesso albero genealogico della famiglia che parte da tale Omodeo, un signorotto del XIII secolo nato fra le aspre montagne delle valli bergamasche, si dipana nel tempo in mille rivoli che hanno portato la famiglia a stabilirsi in tutta Europa, molti lontano da Bergamo, sempre occupando posizioni di prestigio. Il ‘500 fu il loro siglo de oro. Sono infatti quegli gli anni in cui furono consacrati come i migliori ed efficienti maestri di posta. In questa innovativa e rivoluzionaria professione insieme a quella in ambito poetico essi diedero i loro frutti migliori. Torquato Tasso ovviamente impera su tutti. Il nostro grande poeta rinascimentale. L’equivalente italiano per fama e genio creativo dello spagnolo Cervantes e dell’inglese Shakespeare, entrambi suoi contemporanei.
Di Valentina Nervi – Milano è una delle capitali europee della moda, punto di riferimento di ogni fashion addicted, e da poco è in atto un progetto per trasformare Via Gesù nella cosiddetta “via dell’uomo”. Come? Grazie al turismo che anno dopo anno riempe le vie più glamour della città di uomini d’affari in cerca di un’esperienza turistica coniugata con l’alta moda milanese. Valentina Nervi analizza il rapporto tra la moda e il turismo nel corso della storia, concentrandosi sul caso attuale e ancora poco conosciuto di Via Gesù.