Di Flavio Unia Il vento del Manierismo si alzò dopo che il Rinascimento ebbe preparato il cielo artistico per una nuova stagione unica ed irripetibile. La Maniera, intesa in certi momenti come una tendenza negativa a fare arte lontano dal modello della natura, dimostrò in verità da subito il valore profondamente culturale che serbava nel proprio intimo e la sua potenzialità espressiva formale che avrebbe cambiato il modo di intendere l’opera e l’artista che la esegue. Accanto ai miti di Raffaello, Leonardo, Michelangelo, trovarono posto le figure di ingegni meno appariscenti ma in un certo senso più misteriosi. L’artista diveniva, in forma pienamente assodata, quell’uomo schivo e ritirato che cesellava i suoi pensieri, la sua arte, nell’intimo della bottega inespugnabile per il resto del mondo. Un modello che si rivelerà talmente suggestivo da sposare la visione romantica ottocentesca la quale, a sua volta, porterà tali fascinazioni fino al Novecento ed influenzerà il sentire comune, tuttora contemporaneo, che vuole il genio come un uomo a sé, unico ed inarrivabile, arduo da comprendere. Rosso Fiorentino fa parte, assolutamente, di quel tipo di uomini, ed il nostro immaginario continua ad alimentare intorno a lui quella nuvola di mistero che la sua poca biografia…
di Flavio Unia Dal relitto di un’imbarcazione mercantile settecentesca, riemergono le pagine di un diario di bordo, e con esse, la storia misteriosamente spezzata del ramo di un’ antica famiglia di gioiellieri. Anna, la sua ultima erede, intraprenderà la difficile lettura di questi fogli, ed incontrerà, durante la ricerca, due fratelli, uno ingegnere navale e l’altro professore di lettere, che le offriranno il loro aiuto. Alla fine di questo lungo lavoro, fatto di consultazioni minuziose in biblioteche ed archivi di stato, ma anche di viaggi ed incontri inaspettati, riusciranno ad ascoltare la voce flebile di un lontano antenato, artista noto e richiesto nelle case eleganti di tutta Europa, che racconterà loro la magia di certi metalli dimenticati, l’aura incantata di rari monili, e la grande emozione del viaggiare sui velieri oceanici. Il passato si avvicinerà così sempre più al presente, e li unirà come mai avrebbero immaginato, come mai avrebbero voluto.
Di Flavio Unia “Nei dipinti della vecchia scuola, gli alberi hanno stile; sono eleganti, ma privi di verità. Constable, al contrario, ha la verità di uno specchio; ma vorrei che lo specchio fosse posto davanti a uno scenario splendido, come l’imboccatura della valle della Grande-Chartreuse, vicino a Grenoble, e non davanti a un carro di fieno che attraversa a guado un canale d’acqua stagnante.” Così Sthendal commentava per il Journal de Paris, il 24 ottobre 1824, l’arte di Constable. Forse il desiderio che espresse in queste parole non fu sincero, o meglio, fu una finzione perché in Constable dovette senz’altro riconoscere quel talento artistico che sa rendere sublime ogni cosa rappresentata, senza che questa lo debba essere effettivamente. In fondo si trattava di uno dei fondamenti dell’estetica che addirittura Aristotele aveva statuito affermando che non era importante il soggetto ritratto ma la capacità dell’artista che lo ritraeva; quella faceva dell’opera un’opera d’arte. E fu proprio il caso di Constable, un pittore di cose semplici, assolutamente geniale nel renderle intense ed uniche, un artista del paesaggio irripetibile. Nel suo pennello soffiò il vento, brillò il sole, si tradusse in colore la vitalità immensa della natura. L’autore Flavio Unia è nato a…
Di Flavio Unia Fatta eccezione per il viaggio giovanile a Roma, che lo portò a lavorare nientemeno che nella Cappella Sistina, non ci furono spostamenti nella vita di Piero di Cosimo; almeno così pare. Un pittore stretto alla sua bottega, nella quale però passò una buona parte della cultura fiorentina del suo tempo e che lì trovò degno ritratto in dipinti spesso enigmatici, pieni di simboli e figure allegoriche. Il sapere classico, che in quel tempo trovava nuova vita grazie agli intensi studi umanistici che erano alla base del Rinascimento, veniva espresso nel vocabolo della figura, anch’esso lanciato verso altezze inimmaginate fino ad allora, con una personale interpretazione destinata ad un pubblico colto, forse non numeroso. Piero aveva uno stile capiente, in grado di contenere il bello e il brutto delle creature, capace di ritrarle senza la tara inutile e parziale del giudizio, con occhio libero e pennello disincantato. Si commuoveva davanti all’importanza del minuscolo, sorrideva alla delicatezza di una smorfia; si innamorava di ogni cosa. Ebbe uno stile a volte aggraziato ed altre volte popolare, gentile e burbero; insomma dipinse come voleva, in tutti i modi. L’autore Flavio Unia è nato a Roma nel 1974 dove ha frequentato gli…
Di Flavio Unia – L’arte di Paolo Uccello ha una profondità prospettica. Si può affermare ciò pensando non solo alla sua passione per quella tecnica rappresentativa che negli anni fiorentini in cui visse conobbe una rinascita esemplare grazie al contributo di Brunelleschi e dell’Alberti, ma anche considerando la densità del suo stile e la cultura pittorica di cui era impregnato. Nel primo caso avviene che, osservando un suo quadro, si rimanga colpiti dall’eleganza fantasiosa della scena, e che poi, da quella sintesi in perfetto equilibrio, emergano un numero inaspettato di particolari che la rendono così compatta. Mazzocchi e calici, zoccoli e sfere puntute, lance spezzate, elmi, brandelli di armature: il ripostiglio di uno scienziato alchemico che ha il suo ordine mentale non subito comprensibile, tutti particolari accurati e perfettamente finiti che il maestro ha pensato come tessere di un unico mosaico. L’autore Flavio Unia è nato a Roma nel 1974 dove ha frequentato gli studi di grafica pubblicitaria. Successivamente si è iscritto alla scuola di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara terminando il ciclo di studi all’Accademia di Belle Arti di Brera con il massimo dei voti. Vive e lavora a Bergamo come arredatore di case private, uffici…
Di Flavio Unia Probabilmente l’influsso del Vasari è stato l’elemento decisivo per creare l’immagine tradizionale del Pontormo sfinito dalla sua arte e giunto alla fine, come leggiamo dalle sue pagine, “ morto dal dolore, restando in ultimo malissimo soddisfatto di se stesso”. In realtà Vasari non lo pensava così e disse che quelle erano le parole di altri. Personalmente lo considerava un valentissimo pittore che morì “ vecchio e molto affaticato dal far ritratti, modelli di terra e lavorare tanto di fresco…” vinto all’età di sessantacinque anni dall’“idropisia”. Ma il suo parere è rimasto in secondo piano ed ha ceduto il passo ad una voga che volle l’artista fiorentino tormentato dai pensieri e dalla solitudine, mai soddisfatto delle sue opere e del vivere, condannato ad essere un genio scontento. Disponibile sia in formato digitale che cartaceo !! Flavio Unia è nato a Roma nel 1974 dove ha frequentato gli studi di grafica pubblicitaria. Successivamente si è iscritto alla scuola di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara terminando il ciclo di studi all’Accademia di Belle Arti di Brera con il massimo dei voti. Vive e lavora a Bergamo come arredatore di case private, uffici ed enti pubblici. E’ attivo…